foto di un impianto industriale ad acqua surriscaldata

Gli impianti ad acqua surriscaldata rappresentano una soluzione avanzata ed efficiente per il riscaldamento. Essi sfruttano proprio l’acqua come fluido termovettore, mantenendola a temperature elevate. In tal maniera, questi sistemi offrono vantaggi significativi in termini di efficienza e distribuzione del calore. Quest’ultimo, infatti, si diffonde mediamente in maniera più uniforme.

Resta tuttavia fondamentale valutare attentamente i costi iniziali e considerare la pianificazione di una manutenzione approfondita e regolare, al fine di garantire il massimo rendimento nel tempo. Se installati seguendo una progettazione intelligente, e impiegati secondo appropriati ritmi di utilizzo, gli impianti ad acqua surriscaldata rappresentano una scelta eccellente per chi sia alla ricerca di soluzioni di riscaldamento sostenibili e tecnologicamente avanzate.

Caratteristiche degli impianti ad acqua surriscaldata

Un sistema di riscaldamento ad acqua surriscaldata rappresenta una soluzione avanzata per la climatizzazione in contesti industriali, abitazioni private o edifici multifamiliari.
Indipendentemente dalla destinazione d’uso del fabbricato, sarà infatti possibile installare un impianto di questo tipo, resistente, perché realizzato in acciaio inossidabile, e piuttosto veloce da montare.

Il nome deriva dal modo in cui viene raggiunto, e soprattutto mantenuto, il calore. Come fluido termovettore si sfrutta l’acqua. Essa viene riscaldata a temperature superiori rispetto a quelle comunemente incontrate nei sistemi tradizionali. Ciò significa che il fluido raggiunge tranquillamente condizioni termiche comprese tra 100°C e 150°C, considerevolmente più alte della consueta soglia di ebollizione. In questo modo si consente una distribuzione più efficiente del calore.

Per via delle loro dimensioni, gli impianti ad acqua surriscaldata sono storicamente impiegati principalmente in applicazioni industriali. Questa è ancora la loro principale collocazione ma, al giorno d’oggi, stanno guadagnando popolarità anche nel residenziale, a causa delle loro performance, spesso superiori, e della ridotta perdita di calore durante il trasporto. Gli impianti ad acqua surriscaldata si caratterizzano per meccanismi di controllo dei valori di pressione estremamente precisi, necessari a evitare la trasformazione del fluido liquido in vapore gassoso.

Se in ambito industriale un impianto a vapore può garantire prestazioni superiori relativamente allo scambio termico, e raggiungere più velocemente le alte temperature, esso comporta anche l’installazione, e la consecutiva gestione, di strutture piuttosto complesse. Naturalmente, ciò richiede spazio e denaro. I sistemi di riscaldamento ad acqua surriscaldata sono più agili e, in caso di ampie cubature, possono rivelarsi più economici sul medio e lungo periodo.

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Come funzionano gli impianti ad acqua surriscaldata

Il funzionamento di un impianto ad acqua surriscaldata si basa su un ciclo termodinamico definito in questa maniera: il bruciatore, o un altro elemento riscaldante in taluni casi, innalza la temperatura dell’acqua all’interno di un circuito chiuso, quello della centrale termica. Una volta riscaldato, il fluido viene distribuito attraverso tubazioni isolanti verso radiatori o serpentinamenti disposti nel fabbricato.

Gli impianti ad acqua surriscaldata emanano calore in maniera efficiente mentre riducono la dispersione energetica. In aggiunta, l’acqua surriscaldata mantiene a lungo la sua temperatura durante il trasporto, garantendo un riscaldamento uniforme e costante.

Impiego dell’acqua surriscaldata nel teleriscaldamento

Una soluzione in cui spesso si impiega acqua surriscaldata, principalmente per utenze domestiche, è quella del teleriscaldamento. Si tratta di un sistema completo e autosufficiente di produzione e distribuzione di calore. Questo viene generato in modo efficiente, sfruttando fonti energetiche rinnovabili o non, almeno per il momento, e poi spostato attraverso un circuito idraulico fino al corpo scaldante.

Quando il calore generato dalla centrale termica viene distribuito senza farlo raffreddare, il sistema di teleriscaldamento diventa un’appendice dell’ impianto ad acqua surriscaldata. I due termini non sono sinonimi: a differenza del teleriscaldamento, che è un metodo di distribuzione, l’impianto ad acqua surriscaldata serve a produrre.

Dettaglio di un impianto ad acqua surriscaldata

Tutti i vantaggi degli impianti ad acqua surriscaldata

Quali sono i vantaggi più significativi presentati da impianti ad acqua surriscaldata? Quelli che puoi trovare di seguito sono i principali:

Il sistema consente una distribuzione efficiente del calore, riducendo le perdite e aumentando la resa complessiva;
Nel processo di riscaldamento viene sfruttata una minore quantità di energia. Le temperature più elevate garantiscono un apporto termico superiore e mantengono il calore a lungo, dando respiro alla centrale;
La versatilità è estrema. Un impianto ad acqua surriscaldata si integra con numerose altre tecnologie. Ciò significa che godrà di buona longevità, in quanto sarà possibile mantenerlo anche dopo aver optato per una centrale più pulita, magari in seguito ad aggiornamenti sulla normativa per la transizione energetica.

In ambito domestico l’implementazione di un impianto ad acqua surriscaldata richiede un investimento iniziale sostanziale, più elevato rispetto a un sistema convenzionale. Un’abitazione avrà, con ogni probabilità, dei tempi di ammortamento superiori, se paragonati a quelli di un’azienda, per rientrare delle spese di installazione. A fronte di questo potenziale svantaggio, però, si otterranno vantaggi notevoli: la casa resterà più calda, e lo farà per un periodo di tempo più lungo.

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