Quanta energia elettrica assorbe un impianto industriale?
Nell’attuale contesto economico e ambientale, sempre più orientato alla sostenibilità, conoscere quanta energia elettrica viene assorbita da un impianto industriale è cruciale per migliorare la competitività aziendale e rispettare le normative in materia di sostenibilità energetica (ad esempio la certificazione ISO 50001). Ma come si calcola il consumo elettrico di un impianto industriale?
Come calcolare il consumo elettrico di un impianto industriale
Il consumo energetico di un impianto industriale è un parametro fondamentale da tenere sotto controllo per ottimizzare l’efficienza operativa e ridurre i costi di gestione di un’industria.
In particolare ci concentreremo su quello elettrico, che non sempre è facile da calcolare. Questo perché esso è influenzato da diversi fattori, tra cui:
- il tipo di industria;
- i macchinari usati e le tecnologie impiegate;
- le modalità di produzione;
- il tempo di utilizzo delle attrezzature.
Formula base per calcolare il consumo elettrico
Il consumo elettrico di una singola apparecchiatura o di un impianto può essere calcolato utilizzando la seguente formula:
Consumo energetico (kWh) = Potenza elettrica (kW) × Tempo di funzionamento (ore)
Ad esempio: un motore elettrico da 50 kW utilizzato per 10 ore al giorno consuma all’incirca 500 kWh al giorno.
Per calcolare quello di un’intera linea produttiva, basterà poi sommare i consumi di ogni singola macchina.
Consumi differenziati in base al tipo di impianto
L’utilizzo di energia può variare notevolmente tra diversi settori industriali. In generale, impianti che utilizzano forni industriali, presse idrauliche o sistemi di riscaldamento elettrico tendono, ovviamente, ad avere un assorbimento energetico maggiore rispetto a quelli che impiegano macchinari più leggeri come nastri trasportatori. Ad esempio, un impianto di produzione alimentare, ne usa meno rispetto a un impianto di produzione siderurgica, dove i forni elettrici per la produzione di acciaio possono assorbire migliaia di kWh per ora.
I settori con un consumo elettrico più alto sono i seguenti:
- metallurgico e siderurgico;
- chimico;
- cementifici.
Rispetto a quelli appena elencati, il settore alimentare e quello tessile, richiedono meno energia, ma il funzionamento continuo delle due filiere può comunque determinare una quantità piuttosto consistente.
Modalità e frequenza di controllo dei consumi elettrici industriali
Metodi per la misurazione del consumo elettrico
Le aziende possono scegliere tra vari strumenti e tecniche per monitorare i consumi, tra cui i più noti sono:
- contatori elettrici digitali: permettono di monitorare in tempo reale l’utilizzo di energia e sono installati nelle diverse sezioni dell’impianto. Possono essere collegati a software avanzati per ottenere report dettagliati;
- sistemi di gestione dell’energia (EMS): sono ideali per contesti industriali e produttivi complessi, dove è essenziale monitorare più macchine contemporaneamente: consentono di monitorare in tempo reale e ottimizzare l’uso dell’energia;
- sensori o trasformatori di corrente (CT): sono installati direttamente sui macchinari per fornire dati precisi di ciascun componente, permettendo di individuare eventuali inefficienze.
Frequenze della misurazione
Per un controllo ottimale dei consumi energetici in un impianto industriale, è consigliabile eseguire misurazioni regolari.
Oltre a un monitoraggio costante in tempo reale per identificare sprechi di energia e inefficienze, è consigliabile anche una misurazione settimanale o mensile per capire l’andamento generale dell’intero impianto e capire dove poter intervenire per risparmiare. A fine anno, stilare dei report per valutare l’effettivo impiego di energia dell’industria dal punto di vista economico può essere molto utile per completare il bilancio aziendale in maniera adeguata e pianificare interventi di miglioramento.
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